Luoghi

Casa Cavassa di Saluzzo

1350 - 1400

La nascita dell'edificio

Viene costruito il primo nucleo di quello che diventerà il palazzo della famiglia Cavassa, all'interno dell'allora borgo superiore di San Martino. La tradizione storiografica vuole che tale edificio rientri tra le proprietà dei marchesi di Saluzzo.

1450

Galeazzo Cavassa, proprietario dell'edificio

Galeazzo Cavassa si trasferisce a Saluzzo dalla città natale Carmagnola, dopo il matrimonio con la ricca cugina Glorizia, ed acquista l'edificio medievale collocato nel borgo superiore di San Martino (o, secondo alcuni storici, lo riceve in dono dal marchese Ludovico I). Galeazzo appartiene ad una ricca famiglia, che dal 1442 si è fatta dichiarare nobile dal marchese di Saluzzo. La famiglia Cavassa (composta da due rami: uno di mercanti e l'altro di dottori in legge) è originaria di Carmagnola, fiorente centro commerciale, ma anche avamposto strategico per la difesa contro le minacce di conquista dei Savoia. La città di Carmagnola fa parte del Marchesato di Saluzzo fin dal 1100.

1450-1483

La residenza ufficiale della famiglia Cavassa

Probabilmente Galeazzo Cavassa non apporta cambiamenti all'edificio, che mantiene ancora il suo aspetto medievale (oggi testimoniato dalle finestre ad arco acuto sulla facciata di Via San Giovanni). In ogni caso Galeazzo decide che l'edificio del borgo superiore di San Martino diventi la residenza ufficiale della famiglia Cavassa a Saluzzo. Tale scelta non è casuale, poiché la casa si trova vicino ai principali edifici del potere religioso (la chiesa ed il convento di San Giovanni) e del potere politico (il castello dei marchesi e l'antico palazzo comunale, dove si riunivano le congregazioni dei cittadini del marchesato). Galeazzo Cavassa, dottore in legge dal 1439, già a Carmagnola riceve dal marchese di Saluzzo prestigiosi incarichi pubblici, ma dopo il trasferimento a Saluzzo la sua carriera politica presso la corte marchionale raggiunge l'apice: nel 1461 è podestà di Saluzzo e dal 1464 diventa Vicario Generale del marchesato (funzione assimilabile, per molti aspetti, a quella di "primo ministro" o "capo del governo" negli stati moderni).

1483-1505

Francesco Cavassa, nuovo proprietario

Galeazzo Cavassa muore il 17 dicembre 1483, lasciando l'edificio in eredità ai figli Paolo, Francesco, Ilario e Giovan Pietro. Nel testamento Galeazzo stabilisce che la proprietà dell'edificio resti indivisa e nell'ambito della famiglia. Nel 1505, Francesco acquista dai fratelli le loro parti dell'edificio e trasforma la residenza di famiglia in un palazzo di stile rinascimentale.
Francesco Cavassa, come il padre, si laurea in legge nel 1484 e già a novembre 1485 compare tra i consiglieri marchionali nel castello di Saluzzo. Da allora la sua carriera politica non conosce ostacoli, tanto da ricoprire la carica di vicario generale del marchesato (carica già assegnata al padre Galeazzo) dal 1502 fino alla sua morte, nel 1528. Così Francesco decide che la casa paterna diventi il simbolo del potere da lui acquisito e la trasforma in un palazzo "moderno" secondo il nuovo stile rinascimentale (che si stava diffondendo nelle principali corti italiane dell'epoca).

1505-1528

Da casa medievale a palazzo rinascimentale

L'edificio vive il momento di massimo splendore: la casa viene frequentata da intellettuali e personaggi di corte e, nello stesso tempo, viene ampliata e trasformata grazie al lavoro di numerosi pittori e scultori, aggiornati sulla nuova cultura rinascimentale. Francesco Cavassa entra in contatto con questa cultura grazie alle numerose ambascerie a cui partecipa (ad esempio presso le corti di Milano e Ferrara) insieme ad altri esponenti della nobiltà saluzzese. Tra i principali interventi decorativi di questo periodo, si deve ricordare la decorazione della facciata interna del palazzo con le scene "a grisaille" delle Fatiche di Ercole da parte del pittore fiammingo Hans Clemer (1506-1511) e la realizzazione del portale marmoreo e del portone in legno per opera dello scultore lombardo Matteo Sanmicheli (1515-1528).

1528-1775

I propietari dopo Francesco

Nel 1528 Francesco Cavassa viene incarcerato nel castello di Revello dal nuovo marchese Giovanni Ludovico, che lo ritiene responsabile del degrado politico del marchesato. Francesco muore pochi giorni dopo per avvelenamento. Tutti i suoi beni (compresa Casa Cavassa) passano in eredità ai 4 figli maschi. L'edificio rimane di proprietà degli eredi di Francesco Cavassa fino al 1775 e nel corso di questo periodo si suppone che l'edificio venga trasformato ed adattato alle esigenze dei vari proprietari, nonché spogliato del mobilio originario, dei dipinti e della ricca biblioteca con manoscritti miniati e testi giuridici (che Francesco Cavassa aveva radunato nel corso della sua vita; tutti gli oggetti sono elencati in un inventario redatto nel 1531). Inoltre dal 1729 al 1757 la casa viene affittata al Comune per essere utilizzata come sede della scuola pubblica e questo comporta, senza dubbio, altre trasformazioni. Nel 1775 l'allora proprietaria Maria Elisabetta Cavassa mette in vendita la casa.

1775-1883

L'acquisto del marchese Tapparelli

La proprietà dell'edificio viene suddivisa tra diverse famiglie e questo comporta l'ulteriore degrado della struttura. Per porre fine a questa situazione, nel 1883, il marchese Emanuele Tapparelli d'Azeglio, collezionista e grande amante dell'arte, acquista Casa Cavassa e decide di avviare poderosi interventi di restauro. Così scrive lo stesso Tapparelli nei suoi documenti: "A Saluzzo, per salvare una casa storica della fine del 1400, la Casa Cavassa, sono stato costretto nientemeno che a comprarla, benché io non abbia l'intenzione né di abitarla né di affittarla, ma dovrò anzi spendere per farla restaurarare." Il marchese Tapparelli, nipote dello scrittore Massimo d'Azeglio, nel 1838 intraprende la carriera di ambasciatore del Regno di Savoia presso vari paesi europei e, dal 1871, è nominato senatore del Regno d'Italia. I numerosi viaggi in Europa rafforzano il suo amore per l'arte e gli oggetti antichi, che egli inizia ad acquistare presso diversi antiquari, dando vita ad una ricca collezione. Il marchese Tapparelli tuttavia mantiene un forte legame con il territorio saluzzese, in quanto proprietario delle antiche residenze della sua famiglia (tra cui il castello di Lagnasco).

1883-1888

I lavori di restauro

Il marchese Tapparelli affida la direzione dei lavori di restauro all'ingegnere Melchiorre Pulciano (che coordina tutti gli interventi sulla struttura dell'edificio) e al pittore Vittorio Avondo (che si occupa degli interventi sulle decorazioni pittoriche). I lavori di restauro di Casa Cavassa vengono eseguiti secondo le regole del "completamento in stile" (ovvero una particolare "filosofia" del restauro diffusa in Europa dall'architetto francese Viollet-Le-Duc nel 1830 circa): i restauratori decidono di recuperare l'aspetto medievale e rinascimentale dell'edificio, eliminano perciò tutto ciò che è stato realizzato in epoche successive e costruiscono elementi architettonici ritenuti caratteristici di un palazzo medievale (ad esempio un muro merlato) o rinascimentale (ad esempio una torre con balconcino). Il restauro di Casa Cavassa è fortemente ispirato al cantiere della Rocca e del Borgo medievale di Torino (progettati per l'Esposizione italiana del 1884) e a Saluzzo lavorano molti artigiani locali sotto la direzione di esperti qualificati che già hanno lavorato nel cantiere torinese.

1885-1890

L'allestimento del museo

Paralllelamente ai lavori di restauro, il marchese Tapparelli progetta di trasformare l'edificio in un museo aperto al pubblico e si dedica quindi all'allestimento delle varie stanze, nel tentativo di ricreare in ciascuna sala l'atmosfera che poteva esserci al tempo della famiglia Cavassa. Il marchese Tapparelli acquista da diversi antiquari mobili, porte ed opere d'arte che possano documentare la storia della famiglia Cavassa o quella del marchesato di Saluzzo negli anni del suo maggior splendore o, più in generale, oggetti databili al periodo 1400-1500. Inoltre, sempre secondo le regole del "completamento in stile", il marchese commissiona ad abili artigiani la realizzazione di mobili secondo lo stile rinascimentale, talvolta utilizzando parti di mobili antichi. Nel 1888 il marchese Tapparellli firma il testamento con cui dona Casa Cavassa (e tutti gli oggetti in essa contenuti) al Comune di Saluzzo perché venga utilizzata come museo. Nel 1890, alla morte del marchese, il Comune eredita l'edificio, anche se il progetto del museo risulta incompleto: alcune opere d'arte non sono collocate all'interno delle sale, molte stanze sono prive di arredi, i sotterranei sono ancora ingombri dei materiali di demolizione.

1891

L'inaugurazione del museo

Con una cerimonia solenne, il 26 aprile viene inaugurato il museo civico: l'evento è ricordato nella lapide collocata sulla facciata di via San Giovanni, accanto a quella fatta porre dal marchese Tapparelli a ricordo dei lavori di restauro. Il Comune di Saluzzo, inoltre, istituisce una commissione di 4 consiglieri comunali con il compito di verificare ciò che è necessario per completare l'opera del marchese Tapparelli e ben presto l'edificio viene scelto come luogo destinato ad accogliere le testimonianze della storia cittadina.

1892-1920

La gestione del museo nei primi decenni

Il museo continua ad essere gestito attraverso una commissione comunale, ma molti intellettuali e nobili intervengono con consulenze e donazioni per proseguire l'opera iniziata dal marchese Tapparelli. Tuttavia, fin dal 1897, la commissione si trova ad affrontare problemi seri di manutenzione dell'edificio, spesso causati dall'umidità e da infiltrazioni di acqua, mentre, nell'intento di arricchire l'allestimento museale, si trasferiscono dai locali e dai magazzini comunali oggetti di diverso valore artistico e storico, intaccando così l'immagine rinascimentale creata dal marchese Tapparelli.

1920-1990

L'avvio della promozione del museo

Negli anni successivi alla 1° Guerra mondiale, l'attenzione del Comune verso Casa Cavassa diminuisce, ma a partire dal 1930, periodicamente, vengono realizzati importanti interventi di manutenzione e di restauro, mentre le principali opere d'arte di Casa Cavassa partecipano ad importanti mostre a Torino. Dal 1970 inizia poi un'intensa stagione di attività culturali (mostre, concerti, conferenze, ecc.) realizzate presso Casa Cavassa nell'intento di farne il punto nevralgico della vita culturale della città. Parallelamente si attiva l'opera di divulgazione presso le scuole della città, presentando il museo come uno strumento per la conoscenza della storia locale.

dal 1990 ad oggi

Casa Cavassa, museo moderno

Casa Cavassa si trasforma in un museo moderno, potenziando i servizi per il pubblico: una biglietteria con piccolo bookshop, una biblioteca specializzata, un proprio archivio, un vasto programma di attività educative (per differenti target di visitatori). Ma soprattutto, attraverso una serie di interventi sulle strutture, vengono pienamente recuperati gli spazi interrati, oggi utilizzati per ospitare esposizioni temporanee, nonché una sala riscaldata con funzione di aula didattica e sala conferenze. Nello stesso tempo si procede (grazie ai contributi finanziari della Regione Piemonte e della Fondazione Cassa di risparmio di Saluzzo) con il restauro delle collezioni mobili e delle principali decorazioni pittoriche. Infine, attraverso un attento studio delle fonti documentarie, si ripristina l'allestimento pensato dal marchese Tapparelli, inserendo le opere d'arte giunte al museo dopo il 1890 nelle sale lasciate vuote dal suo fondatore.